L’estate è ormai sbocciata nelle sue notti calde e cariche di profumi ed accompagna i viandanti e le famiglie nei loro preparativi per lo SFOLLAMENTO dal centro abitato, contaminato dal CAOS. E’ sulle spalle di pochi, virtuosi cittadini, la responsabilità della guerra e della difesa dei deboli. Pochi coraggiosi che si vogliono opporre al dilagare della piaga e che stanotte si ritrovano qui, nel Lazzaretto, per mettere la parola FINE alla minaccia. |
Il Lazzaretto non è mai stato così DISORDINATO come in questi giorni in cui ogni cosa viene imballata con cura, anche i morti, per essere portata via, verso la nuova temporanea destinazione. I cerusici si rincorrono portando pacchi e scatole di legno, gli ospiti si aggirano alzando i piedi per non calpestare le valige e le sacche: c’è gran fermento, fretta, la sensazione che il CAOS stia già bussando alle lor porte, chiudendoli in una trappola come tanti topini sulla nave in fiamme. |
All’esterno del Lazzaretto, le STREGHE si avvicinano a cavallo dei loro scopettoni, mentre le prime chiacchiere ed i saluti avvicinano gli ospiti a terra. TORCE e LANTERNE illuminano il sagrato esterno, LANTERNE anche nelle stanze difendono il lazzaretto dall’oscurità che abbraccia l’austera costruzione minacciando di soffocarla nel buio della notte. Non basta la sottile falce di luna a rendere agevole la visione dell’ambiente esterno. Alla finestra della CAMERATA NORD, lentamente, due PUNTI LUMINOSI, distanti tra loro meno di dieci cannelle, si muovono IN SINCRONO, apparendo oltre il vetro, all’esterno, ma restando confinati in un angolo. |
I PUNTI LUMINOSI si spostano, solidali, verso la SECONDA FINESTRA. Sono come due cristalli che generano una debole luce, grossa non più di una nocciola e che danzano sulla parte più bassa del vetro della finestra. Intanto, l’inventario prosegue e così lo sgombero dei locali. Nel guardare le varie casse, Jekel noterà subito quella etichettata con “Biancheria intima”, giusto accanto a quella etichettata con “Padelle usate”: basta non sbagliarsi. Al passaggio di HoneyX un BAMBINETTO, ignaro del pericolo che il ducato sta correndo, le passa accanto massaggiandole la GOBBA e corre via al grido: “Gobo so pare, goba sa mare, goba la figlia de la sorellaaaaa…” |
Nella confusione della sera concitata, tra casse che vengono impilate e ospiti che si aggirano nella sala d’attesa, solo Membraris potrà sentire un leggero scricchiolio. E’ come un rumore metallico di ferro corroso di RUGGINE, atomi che si spezzano inesorabilmente. Da lei, dalla sua vita, cade una polverina rossa di ferro ossidato, sempre più abbondante finché, con un sonoro TONFO METALLICO, la STAFFA che si era attorcigliata in vita, per la troppa pressione esercitata, crolla a terra, ROTTA. All’esterno, i due PUNTINI LUMINOSI, sono sempre lì, ma si spostano verso il RETRO del lazzaretto, restando comunque alla finestra successiva, in quello stesso lato nord. |
Quando LOSINDIL si avvicina alla finestra della CAMERATA i due PUNTINI LIMUNOSI che erano tornati dall’esplorazione, si abbassano di colpo, sparendo oltre il bordo del davanzale. La FINESTRA è CHIUSA ed il comandante non può al momento guardare oltre la linea delimitata dal vetro. Nella SALA d’ATTESA, la rottura della STAFFA crea un certo scompiglio. La GEMMA tuttavia, è salva. |
Immortel si trova in mano delle mutande un po’ fuori taglia, con una fragolina ricamata davanti che starebbe d’incanto su Jekel, il quale, nel frattempo, si dirige senza intoppi all’Esterno. Membraris raccoglie la sua STAFFA ROTTA nella quale il ferro porta i segni della rottura per FATICA, tipica di quando ad un metallo viene chiesto di piegarsi in modo non consono. LOSINDIL non vede più punti luminosi, ma con l’udito fine potrà sentire il FRUSCIARE del movimento di qualcosa proprio lì, all’esterno, sotto la finestra, in allontanamento. |
LOSINDIL apre la finestra e nel tempo che lei ci mette a balzare sul davanzale, un’OMBRA SCURA, ma decisamente corporea e materiale, gattona via, poi si alza e si mette a CORRERE, lungo il lato nord del lazzaretto, verso l’ingresso. Fa rumore, i passi in corsa sono ben udibili al Comandante e, quando l’OMBRA si avvicina all’ingresso, anche a Jekel ed alle STREGHE che sono già fuori. Intanto, all’interno del lazzaretto, la tensione tra esse e Membraris diviene palpabile, nonostante i tentativi dei cerusici di mitigare la situazione. |
LOSINDIL vede la FIGURA correre bipede e, quando arriva al cono di luce dell’ingresso, ne distinguerà anche i vestiti scuri: un pantalone ed una camicia povera e poco elegante, da popolano e capelli rossicci di media lunghezza per un corpo di un metro e sessanta di altezza. Jekel vedrà qualche dettaglio in più, per esempio il viso da RAGAZZO, tra i 15 ed i 20 anni grossomodo, gli OCCHI LUMINOSI come fossero sorgenti stesse di luce che traballano in quella corsa forsennata. Ma, soprattutto, i suoi sensi da vampiro percepiranno l’odore di SANGUE UMANO, con una curiosa nota mai sentita, DOLCE ed ACIDA allo stesso tempo. Michelius nel frattempo sguaina la spada e corre come gli altri, ma nella sua mente, la voce di sua madre riemerge dai fumi del passato a raccomandargli di non correre coi coltelli in mano. |
Quando il RAGAZZO vede Jekel caricarlo di corsa, muta direzione, rallentando così la sua falcata ed offrendosi alla PRESA del vampiro. “No! No!” grida e lo SCUDIERO potrà vedere l’agitarsi della mano destra, che prende un FOGLIO di carta dalla tasca e lo infila in bocca, masticandolo, pronto a DEGLUTIRE. La mano SINISTRA invece, fruga nell’altra tasca. LOSINDIL e Michelius li raggiungono, ma nonostante gli ordini, il vampiro ha agguantato il fuggitivo. |